Come funziona l'interruzione di gravidanza?

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L'interruzione di gravidanza può essere farmacologica o chirurgica. Il medico o il consultorio a cui vi rivolgerete potrà indicarvi il giusto intervento.

IVG farmacologica

L’IVG farmacologica può essere praticata fino al 63° giorno, contando dal primo giorno dell’ultima mestruazione (9 settimane compiute di età gestazionale). Secondo le “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine” emanate dal Ministero della Salute il 12 agosto 2020, può essere eseguita presso gli ospedali e le case di cura autorizzate in regime di Day Hospital, nonché presso i consultori e le strutture ambulatoriali pubbliche autorizzate dalla Regione, in regime ambulatoriale, funzionalmente collegate all’ospedale.

La procedura farmacologica si basa sull’assunzione di due farmaci: il primo giorno si somministra il Mifepristone, meglio noto come RU486, che contrasta l’azione dell’ormone della gravidanza, il progesterone. Dopo 48 ore viene assunto il secondo farmaco, il misoprostolo, che agisce sull’utero preparato dal mifepristone e determina il distacco e l’espulsione della gravidanza. La sintomatologia sarà assimilabile a quella di un aborto spontaneo nelle fasi iniziali di gravidanza.

Dopo circa due settimane viene effettuato un nuovo test di gravidanza, con il dosaggio della betaHCG e, sulla base del risultato, il medico giudicherà la procedura conclusa oppure procederà ad un controllo clinico ed eventualmente ecografico.

IVG chirurgica

Le donne italiane o straniere possono telefonare o presentarsi direttamente al consultorio familiare ed è garantita la massima riservatezza in tutte le fasi del percorso assistenziale (ai sensi del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio).

Per le donne che non parlano la lingua italiana è garantito l’intervento del mediatore culturale per consentire loro di sottoscrivere un consenso informato, completo e veritiero e avere un supporto nella comunicazione durante tutte le fasi della procedura. Le donne straniere che non siano in possesso della tessera sanitaria o del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) vengono indirizzate al PUA (Punto Unico di Accesso della ASL) o presso gli uffici competenti del territorio per il rilascio di questi documenti.
Particolari percorsi assistenziali vengono dedicati alle donne minorenni e alle donne che vivono in condizioni di isolamento e/o fragilità personale e del contesto di provenienza.

Nella maggior parte degli ospedali è possibile eseguire l'aborto in day hospital. 

Si entra, si esegue l'intervento (aspirazione e raschiamento), in anestesia generale o locale e si esce dopo poche ore. Per i giorni successivi all’intervento sarà necessario assumere alcuni farmaci per ridurre il rischio di emorragie e infezioni.

Qui potrai trovare la mappa con i consultori della Regione Lazio acui rivolgerti.

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